Periodo di cambiamento. A dire la verità, il cambiamento esiste DA SEMPRE dentro le nostre cellule, sembra che ogni 7 anni si rigenerino completamente, per cui ogni 7 anni siamo nuovi.
Il nostro corpo è nuovo. Ed il nostro cervello? Le nostre emozioni?
Il nostro cervello si abitua a certi pensieri e, in maniera automatica, li ripropone.
Pensiamo che la crisi sia difficile? Che i soldi manchino? Che il futuro non abbia prospettive di felicità? Se lo pensiamo per qualche mese, diventerà poi complicato ricostruire un pensiero dinamico positivo.
Lo vediamo con ciò che sta accadendo. Roma e Torino hanno due sindache, per la prima volta una città come Roma ha scelto e votato una donna.
E da qui, polemiche. Polemiche anche sul sesso delle elette.
Mi sono andata a guardare il curriculum di Virginia Raggi.
https://www.comune.roma.it/PCR/resources/cms/documents/Raggi_CV.pdf
e quello di Chiara Appendino. http://www.comune.torino.it/consiglio/amministratori/anagrafe_eletti/curriculum_1132.pdf
Donne di buona preparazione, buoni studi, buone idee. Come tanti uomini.Cinquanta anni fa non sarebbero state votate. Perché 50 anni fa il ginecologo era maschio, come il dentista, l’ingegnere, l’architetto, l’aviatore, il politico.Tutt’ al più le donne potevano fare le insegnanti o le governanti o le mamme, 50 anni fa.
Lentamente le donne hanno iniziato a fare mestieri che da sempre sono stati considerati mestieri da uomo. E sono diventate non solo madri.
Quando il PC di lontana memoria diede a Nilde Iotti l’incarico da presidente della Camera, fu l’inizio per altre che poi arrivarono, la Boldrini per ultima.
E’ accaduto un passaggio fondamentale. Iniziamo a cercare i talenti nelle persone, guardando le loro azioni, non la loro appartenenza ad un sesso.
Non so quando le cose cambieranno, ma simbolicamente sono già cambiate.
Il fatto che così tante donne siano state votate è un cambiamento.
Il fatto che i mestieri abbiano una declinazione al femminile, Sindaca, Ministra, Presidentessa, è già un cambiamento. Poi ci sono le malizie, i sorrisini, i cattivi pensieri, le resistenze.
Mi piacciono queste donne, donne giovani, figlie delle femministe che hanno sperato e combattuto in tanti modi per uscire dai ruoli in una società patriarcale e dominante.
Donne che hanno il coraggio di proporsi, di combattere, di essere presenti. Donne guerriere, che non si lasciano demotivare, che cercano un loro spazio nel mondo, quello che per migliaia di anni è stato loro negato. Che non si lasciano impaurire dalle minacce, dalle violenze, dalla solitudine.
Sarà una strada in salita, la vita è una strada in salita. Del resto le cose belle sono impegnative.
Articolo riproducibile citando la fonte con link al testo originale pubblicato su Italia che Cambia
