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MENOPAUSA, WHY NOT ?

Tratto con le donne. Non ne faccio tratta, ci parlo, mi confronto, elaboro le loro parole ed esperienze, con il logico, se pur minimo, filtro che mi viene dall’esperienza. Mia. Perché è così che va. Parlo di sesso con donne di molte età, ma in maggior parte con donne che hanno la menopausa imminente oppure già integrata nella loro vita. Ascoltano quello che dico, lentamente aprono i pensieri e le parole, e scopro che spesso il piacere sessuale non esiste più nel loro corpo e – peggior storia – nemmeno nei loro sogni. Sembra quasi che – esperito il debito sociale della maternità – la donna si neghi il contatto con la propria vulva. Quasi come se il rapporto sessuale fino allora vissuto fosse primariamente un dovere, a volte ricco di soddisfazione e di gioco, ed a volte più faticoso e poco scelto.

Non entro in labirinti mentali che non mi darebbero uscita né tantomeno risposta. Per cui, ciò di cui parlo alle donne è la simbologia della vagina che dopo i 50 anni si chiude. Si chiude?

Si chiude perché la lubrificazione scema (forse è meglio dire ignorante?), il desiderio assume forme meno importanti, i rapporti fisici diventano poco frequenti… e lentamente la vagina (ed i muscoli che di essa sono sostenitori) si atrofizza.

Da lì alla chiusura parziale della Regina il passo è breve. Il che comporterà rapporti sessuali dolorosi, difficoltà nelle visite ginecologiche, atrofia della muscolatura vaginale, mancanza di irrorazione sanguigna, ecc..ecc.. Non sono medic*, non entro nella logica sanitaria, ma in quella del sale in zucca. Tutti i muscoli del corpo vanno usati. Punto. Se non ci sono uomini/xx che lo fanno, la soluzione è quella della sana auto gratificazione, altresì chiamata masturbazione. Non solo clitoridea ma anche vaginale, perché non possiamo dimenticare una parte importante del nostro corpo, IL CANALE DA CUI SIAMO USCIT* TUTT*, la Vagina.

Analizzato e espletato il problema, vi propongo una soluzione, strumento utile se non necessario per potersi autogratificare:  il vibratore. Nato alla fine del 1800, ha avuto una grande diffusione agli inizi del 1900. Fu ideato  per essere usato come “ strumento medicale” per placare l’isteria delle donne, ma nel momento in cui si decise che l’isteria non fu più patologia, il povero vibratore venne demonizzato. Forse che la donna, che poca confidenza profonda ha con il proprio corpo (anche l’uomo probabilmente vive altrettante paure ma di lui non tratto) non potendo più definirsi isterica, non si sente autorizzata ad usare il cosiddetto “massaggiatore per donne”?

Forse che la donna sempre teme il pensiero ed il giudizio altrui sulla propria vita erotica?

Forse che i codici che uniscono il piacere ed il sentimento sono ancora indissolubili?

Forse che il senso di colpa nutrito dal piacere scorazza nella nostra anima?

Forse che il “ senso del pudore” è ancora l’aceto (non quello balsamico) che condisce le nostre giornate?

Forse che siamo abitudinarie, paurose, vittime, pigre, inconsapevoli…Uffa.

Perché non usarlo? Why not?

Articolo riproducibile citando la fonte con link al testo originale pubblicato su Italia che Cambia

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Sono naturopata, counselor, insegnante yoga. Vivo a Roma e mi occupo di benessere sessuale e di autonomia. Il mio lavoro è quello di aiutare donne che desiderano risolvere problematiche legate alla sessualità. Le tecniche che uso sono legate al respiro,al rilassamento, alla visualizzazione. Gli incontri sono sia individuali che laboratori di gruppo.

http://www.alidamazzaro.it

1 Comment

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    brava

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