La storia di un viaggio, incomincia in cima ad un monte costellato di mulini a vento in una specie di conventino. Una suorina ormai vecchia viveva in una casa bassa col tetto piatto su una montagna nelle Madonie. Un anziano contadino viveva solo un po’ più a valle sulla stessa montagna, e non reggeva più i ritmi della campagna. Un dì, mentre andava ad asparagi si imbattè in un asinello giovane e forte, si mise a fantasticare su quanto gli sarebbe stato utile nei lavori e lo seguì giungendo alla casa della suora. “Buona sera signora, quanto vuole per l’asino?”, al che la suorina “no! l’asino non è in vendita. Io vivo sola quassù, non ho televisione, radio e nemmeno libri a parte la bibbia, lui è la mia unica compagnia. La sera mi da conforto, non so come farei senza Ben!”. Il vecchio un po’ abbacchiato se ne tornò a casa. Tre anni dopo ormai il vecchio non riusciva più a fare niente e non aveva soldi per permettersi un operaio, la sua terra era lasciata a se stessa, sopravviveva della carità di un ragazzo del paese che gli portava da mangiare in cambio del suo sapere sull’apicoltura. Andava anche ad asparagi per lui, e una volta il caso volle che facesse la stessa strada di tre anni prima e anche lui si imbattè nell’asino, ancora più forte e in salute della prima volta. Il giovane lo seguì e arrivò alla casa della suora. “Buon giorno signora, che me lo venderebbe quest’asino?” “Ciao. A malincuore lo venderei poichè non riesco più a badarci, ma sto aspettando da un anno un vecchio che tre anni fa si propose di comprarmelo per darglielo in dono.” “Pino, è un vecchio del mio paese che cerca un asino da tre anni ormai e sempre mi racconta di quando la incontrò e lei si rifiutò di venderci l’asinello” “Allora vai dall’amico tuo e digli che devo parlargli, che venga su da me!” Il giorno dopo i due camminarono tre ore per arrivare fin su dalla suora poichè Pino era ormai zoppo. Quando arrivarono la suora non riusciva a stare ferma, aveva camminato tanto nello stesso punto che ormai sotto i sui piedi c’era solo più terra. “Finalmente Pino! Venga dentro è importantissimo.” Seduti su delle sedie di legno dentro il fresco monolocale la monaca disse: “Una notte di un anno fa mi sono venuti a trovare in sogno Gesù e la Madonna dicendomi che il mio buon Ben lo dovevo donare a lei, è da allora che aspetto di incontrarla!” “Signora se sono stati Gesù e la Madonna a dirglielo, non posso che accettare.” “Domenica, dopo la messa di Pasqua lei, Pino se ne andrà a casa con Ben” Finita la breve trattativa il vecchio si affrettò a scendere per smielare col ragazzo tutte le arnie che aveva, imbarattolò tutto il miele e lo portò la domenica per donarlo alla suora. Con l’asino il vecchio uscì dalla depressione in cui era caduto e pareva essere ringiovanito di vent’anni, lavorava tutto il giorno e scherzava tutte le volte che incontrava qualcuno. Si usa rattristarsi alla morte di qualcuno, ma non è questo il caso poichè Pino morì, dopo due anni, col sorriso sulle labbra e 84 anni di vita vissuti a pieno sulle spalle. Oggi, una Pasqua di due anni dopo, Ben passeggia per i luoghi ormai immobili e silenziosi della sua vita con Pino. Ben Ancorato, nome che gli fu dato da qualcuno o che si diede da solo, se ne sta ben ancorato a terra, ma con la testa va ovunque. Per la prima volta non appartiene a nessuno, da un ultimo sguardo alla foresta di pale eoliche che svetta in cima alla montagna, si volta e con passo dondolante si avvia in direzione di Messina.
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