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Il lavoro di Sabrina per un’educazione infantile diversa

L’agriasilo “La casa delle emozioni” è nato da poco, circa due anni, ma la sua storia è un bellissimo esempio di cambiamento. Un modo alternativo di fare educazione che è riuscito a coinvolgere le famiglie nei dintorni e a dimostrare nel territorio circostante come il modello educativo predominante non sia l’unico possibile.

San Maurizio di Conzano (AL) – L’educazione è uno dei mattoni indispensabile per permettere un cambiamento positivo. I bambini sono i grandi di domani, a loro lasciamo quello che oggi viene fatto sulla Terra. A loro dobbiamo insegnare come vivere in  armonia con se stessi, con l’altro, con l’ambiente. A San Maurizio di Conzano, un paesino in Provincia di Alessandria, c’è qualcuno che già lo sta facendo. È qui, infatti, che Sabrina ha aperto il suo piccolo Agriasilo La Casa delle Emozioni.

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Per questo motivo, mercoledì 10 febbraio, io e Roberto partiamo alla scoperta del Monferrato: dolci colline, vigneti e castelli ci accompagnano nel viaggio. All’arrivo, siamo accolti da un sorriso contagioso e un cappello di lana colorato. È Sabrina. Mentre i bambini giocano all’aperto con Vittoria, l’altra maestra, Sabrina inizia a raccontarci la sua storia.

Dopo gli studi, Sabrina ha cercato lavoro in diversi nidi d’infanzia. Voleva trovare un asilo che le piacesse e che offrisse un buon servizio, consapevole dell’importanza dell’educazione. Non essendo soddisfatta dalle strutture canoniche, quando per caso le è capitato di vedere un agriasilo, ha cominciato a pensare che è così che avrebbe voluto educare dei bambini: all’aria aperta, a contatto con l’ambiente e con gli animali.

“Cerchiamo di stare all’aperto il più possibile – ci spiega l’educatrice – Nell’ambiente naturale è tutto mitigato: ad esempio nel momento del distacco con la madre il bambino piange molto meno. Il rapporto con la natura e con gli animali, già di per sé, dà equilibrio.” L’ambiente esterno offre poi continui stimoli, la creatività dei bambini è molto incoraggiata e gli spunti educativi sono infiniti.

Ogni mattina, ad esempio, i bambini imparano a prendersi cura degli altri esseri viventi. “Andiamo a fare il giro degli animali!” annunciano le due maestre. I bambini lasciano i giochi e seguono Sabrina e Vittoria: si dà il fieno ai cavalli, viene dato qualche pezzo di pane vecchio ai cani, si raccolgono le uova e si fa visita ai vitelli. I bambini dicono: “Grazie galline per le uova” e poi lanciano nell’aia qualche ciuffo d’erba. È una scena che ci colpisce e ci lascia un dolce senso di tenerezza. Nella stalla dei vitelli i bambini hanno uno spazio tutto per loro: corrono, rotolano e saltano nel fieno. “Facciamo psicomotricità nel fieno” dice sorridendo Sabrina.

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Dopo il giro, si torna verso l’edificio che ospita gli spazi interni dell’asilo. I bambini giocano nel prato lì davanti o sotto una tettoia in caso di maltempo, mentre la cuoca, la mamma di Sabrina, prepara il pranzo. I cibi sono tutti biologici. Vengono utilizzati il più possibile i prodotti dell’azienda stessa: carne, frutta, verdura.

Intanto il racconto della storia di Sabrina prosegue. Quando è entrata in gravidanza, ha deciso di crescere i figli nell’azienda agricola dei suoceri, dove abita. L’edificio che ospita gli spazi interni dell’asilo, infatti, non è altro che casa sua. La Casa delle Emozioni è quindi un asilo in famiglia, che diventa Agriasilo perché le attività dei bambini si svolgono nello spazio e nei ritmi della fattoria. I piccoli, oltre a prendersi cura degli animali, nella bella stagione partecipano alle attività agricole: seguono l’orto e raccolgono la frutta. Piantando ognuno il proprio semino, la scorsa primavera, hanno conosciuto il ciclo di vita di una verdura. “Dal seme al raccolto” per usare le parole dell’educatrice.

L’esistenza di una delibera in comune a favore di un precedente asilo in famiglia e un sindaco illuminato hanno reso l’iter burocratico di Sabrina abbastanza semplice. “Ho realizzato il mio sogno” dice con gli occhi luminosi. Certo, è una bella fatica: Sabrina non solo fa la maestra, ma anche la mamma! Tuttavia gli alunni non sono numerosi, poco più di una decina, e sebbene molto piccoli, di età compresa fra 1 e 5 anni, stanno già imparando a badare a loro stessi.

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Si cerca di insegnare loro ad essere attenti e consapevoli del proprio corpo: “L’azienda è un ambiente di lavoro – ci spiega Sabrina – I bimbi devono essere educati al rischio”. L’adulto è ovviamente sempre presente, ma il bambino deve imparare a valutare i pericoli in prima persona, per poter giocare liberamente e serenamente.

Una difficoltà del crescere i figli, secondo Sabrina, è proprio quella di trovare il giusto equilibrio fra libertà e rischio. Per questo cerca di coinvolgere il più possibile i genitori nelle scelte e nelle attività dell’asilo. Espedienti utili a tale scopo sono le fotografie e i laboratori creativi di arte, cucina e molto altro che spesso impegnano i bambini nel pomeriggio, dopo il pisolino. Le foto delle maestre e gli oggetti che i bambini creano raccontano a mamme e papà quali sono state le occupazioni della giornata.

Oltre alla pagina Facebook, proprio i laboratori hanno favorito inizialmente lo sviluppo dell’Agriasilo: la domenica Sabrina apriva le porte alle famiglie per far conoscere quello spazio e quel modo speciale di fare educazione. Fortunatamente, la risposta del territorio è stata molto positiva, tanto che adesso la richiesta supera le possibilità dell’Agriasilo. Come afferma l’educatrice, i genitori hanno sentito l’esigenza dei figli di stare all’aperto, in un ambiente naturale.

L’Agriasilo La Casa delle Emozioni è nato da poco, circa due anni, ma la sua storia è un bellissimo esempio di cambiamento. Un modo diverso di fare educazione che è riuscito a coinvolgere le famiglie nei dintorni e a dimostrare nel territorio circostante come il modello educativo predominante non sia l’unico possibile.

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Ovviamente ci sono ancora tante cose che possono migliorare. Sabrina, ad esempio, ci racconta il suo dispiacere nel non poter usufruire di pannolini biodegradabili per gli alunni: il loro costo supera le possibilità del piccolo asilo. O ancora, ci spiega la difficoltà dei bambini nel passaggio alla scuola materna ordinaria, dove il tempo trascorso all’aperto si riduce decisamente o addirittura scompare.

Piccole e grandi cose su cui si deve ancora lavorare, dunque, ma su cui Sabrina sembra fiduciosa. Sente che l’Italia è sulla buona strada, perché “il cambiamento è ricchezza e ci sono tanti piccoli semini del cambiamento che stanno per germogliare”. Il suo è già spuntato e la sua esperienza ci insegna che se si vuole cambiare si può. Anche perché, sempre riprendendo le sue parole, “Abbiamo una responsabilità grande”. Soprattutto nei confronti dei più piccoli.

Articolo riproducibile citando la fonte con link al testo originale pubblicato su Italia che Cambia

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