Un concerto atipico in un luogo atipico, per anni ha accompagnato le domeniche torinesi. Ora non è più un appuntamento fisso della settimana, ma non smette di esprimere la sua originalità e unicità
TORINO – Ci eravamo sentiti poco prima dell’evento. Daria e Maksim ci attendevano domenica nel primo pomeriggio per una chiacchierata insieme, a poche ore dall’inizio del Concertino del balconcino previsto per le 17.
Giungiamo in orario e non appena arrivati Daria ci fa gli onori di casa offrendoci un caffè; nel mentre Maksim esce dal bagno con il tipico volto di chi si è appena svegliato. Ci avvisa subito che nel pomeriggio saranno molte le persone che passeranno in casa. In effetti in pochi minuti, tempo di acclimatarsi, è già un via vai di persone: musicisti, artisti e poeti che preparano l’esibizione odierna. Maksim espone la scaletta, nel mentre Daria in bagno fa dei vocalizzi per scaldare la voce.
Il tempo vola ed è già l’ora di Radiocitofono, la radio condominiale curata da Davide Simonetti e Ferdinando De Blasio, che precede l’inizio del concerto. Sotto la palazzina sono in molti a soffermarsi ad ascoltare la radio che, appunto, viene trasmessa dal citofono di casa di Maksim e Daria.
Il pubblico inizia ad arrivare e così è giunto il momento di iniziare il concerto. In centinaia si dispongono in modo disordinato all’interno del cortile della palazzina. Maksim prende il microfono in mano ed ecco che inizia l’inconsueto concerto, con ospiti eterogenei: poeti, musicisti, artisti che ogni domenica danno il loro unico contributo alla realizzazione dell’evento. Quest’oggi un fisarmonicista, un poeta e poi un gruppo musicale giunto apposta da Bologna, chiamato “Eh”. Ecco il momento di Daria e Maksim con il loro gruppo chiamato MCCS, giust’appunto i Maksim con la Spada. Così capirete il senso del particolare manico della chitarra di Maksim.
Gli Mccs sono un trio composto da chitarra elettrica, voce lirica e batteria. Una formazione originale che a partire dai testi grotteschi e provocatori del croato Cristan sviluppa un energico viaggio tra sonorità metropolitane e richiami alla tradizione tzigana, in cui la voce alterna intenzioni e registri, costretta a un ruolo innovativo e affascinante. Chitarra distorta, batteria esplosiva e una voce che domina i sovracuti.
Sul palco, pardon balconcino, e’ un susseguirsi di atti creativi, diversi per forma e contenuto, con artisti di tutte le età. La vista da sopra è immensamente piacevole, osservando gli occhi di chi ascolta e osserva si intravede quanto essi siano affascinati e coinvolti nell’incedere delle canzoni e dalle poesie proposte quest’oggi.
Finito il concerto Daria cala un piccolo secchio per le offerte. Chi invece vuole, può proseguire il pomeriggio salendo in casa, assaporando un bicchiere di vin brulè. Così si conclude il nostro pomeriggio in loro compagnia ed in compagnia di chi ha partecipato a questo concerto atipico da un luogo atipico.
Daria, Maksim e il balconcino
Daria è una cantante lirica diplomata al Conservatorio di Torino e laureata in Scienze della Comunicazione.
Maksim è uno scrittore e musicista. Ha pubblicato, nel 2007, il libro “Fanculopensiero”. Insieme propongono un genere musicale unico, da loro definito Punk Lirico.
Tutto iniziò il primo gennaio di qualche anno fa, in cui decisero di suonare dal loro balcone in contemporanea con il famoso concerto di Capodanno di Vienna. Da lì è divenuto un appuntamento irrinunciabile degli eventi della città. Non sono mancati problemi importanti con il vicinato, come già descritto nell’articolo di Andrea Giambartolomei apparso sul Fatto Quotidiano.
Tuttavia il Concertino dal Balconcino ha resistito e per quattro anni ha accompagnato le domeniche pomeriggio torinesi.
Per realizzarlo i MCCS provano costantemente nello scantinato del palazzo in settimana. Li abbiamo seguiti anche lì ed è stato divertente osservare come Daria e Maksim si punzecchino a vicenda con un unico intento, quello di migliorarsi e evolvere attraverso le loro sonorità.
“Artisti e pubblico la domenica pomeriggio partecipano gratuitamente a questa iniziativa perché riconoscono in essa un valore culturale e sociale che va oltre le dinamiche dello spettacolo. Il Concertino è un esempio di cultura diffusa e partecipata. È avanguardia artistica e sociale. Non ha padri né padrini”, dice Matteo Negrin, uno dei musicisti che sostiene l’evento. Esso è continuato sino alla fine del 2015, raggiungendo la duecentesima edizione. Non si è fermata tuttavia la voglia di Maksim e Daria di portare la loro musica e la loro creatività nel mondo.
Oggi il Concertino del Balconcino non è più un appuntamento fisso della domenica pomeriggio, ma continua ad esistere ed a proporsi alla città solo in occasioni particolari. Non vi resta che informarvi e seguirli nel loro eclettico percorso.
Vi lasciamo con il pezzo letto durante il concerto da Bruno Panebianco, autore del film “L’ultimo balcone – storia del concertino del balconcino”, in concorso nella sezione Spazio Torino al TFF:
Quante volte avete rinunciato ai vostri sogni, ai vostri progetti? Quante volte avete detto: mah, forse è meglio mi fermi qua. Quante volte avete smesso di credere di poter realizzare qualcosa per quieto vivere, perchè era troppo impegnativo. Ma chi ve lo fa fare, avete pensato. Bè, non avevate visione!
Visione è quando la vista si allarga, spazia, va appresso a un sogno, un progetto, a una speranza.
La visione supera i muri le barriere, le distanze.
Visione è motore, carburante. Visione è crederci sempre, anche quando tutti ti dicono che stai inseguendo un’utopia.
Visione è qualcosa per cui vivere e combattere.
Visione è resistere alle delusioni e alle sconfitte, ai rifiuti.
Visione è sapere che quella è la tua visione e che dovrai portarla davanti da solo, perchè probabilmente nessuno la condividerà, senza preoccuparsene affatto.
Sei un sognatore, sei un illuso, non andrai da nessuna parte, ti diranno.
Stronzate! Avere visione è già essere in cammino! Non importa verso dove e verso cosa, ognuno scelga la propria destinazione. Chi vi dice questo lo fa per invidia. Lo fa perché non ha visione.
Si, lo ammetto: io sono un visionario e un sognatore e forse vivo fuori dal mondo, ma vivo.
Che la visione sia con voi.
Bruno Panebarco
Articolo riproducibile citando la fonte con link al testo originale pubblicato su Italia che Cambia