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Agrimagnano: il progetto che trasforma terreni incolti in terreni a disposizione della comunità

Si è svolta domenica 9 ottobre la 2° sagra della Patata di Magnano. Tra le tante attività proposte abbiamo partecipato al convegno “Il valore del cibo, della patata, della terra: coltivare il cambiamento”, ecco come è andata.

MAGNANO – Vi ricordate del viaggio in bicicletta tra la meravigliosa e fiabesca Serra Morenica e il contiguo Lago di Viverone? Avevamo incontrato, tra gli altri, l’agronomo Andrea Polidori di Vermogno Vive e il giorno seguente Mauro Mazzia di Agrimagnano.

E’ stato un piacere rincontrarsi dopo un anno nella suggestiva chiesa di San Marta, durante la seconda edizione della Sagra della patata di Magnano per il convegno “Il valore del cibo, della patata della terra: coltivare il cambiamento”. Li ringraziamo per averci invitato a presentare il progetto Biellese Che Cambia.

Durante la mattinata si sono alternati sul palco numerosi esempi virtuosi del territorio biellese. Ancora una volta per dimostrare quanto questa provincia, così come l’intera regione, serbi progetti meravigliosi che nonostante le difficoltà – a volte enormi – portano avanti idee di assoluto valore.

Così Mauro Mazzia dell’associazione Agrimagnano ha dato il via al convegno. Come forse ricordate, Agrimagnano è un’associazione nata come nuova forma di partecipazione degli abitanti alle politiche di governo del territorio. Tra i suoi obiettivi v’è il riuso dei terreni abbandonati ed incolti, restituendoli alla loro antica vocazione promuovendo a tal fine una agricoltura sostenibile e di qualità, con particolare riferimento alla coltivazione della patata, del granoturco di montagna e di altri prodotti tipici della agricoltura magnanese.

Agrimagnano (Large)
Ecco così l’idea di organizzare la Sagra della Patata, giunta alla sua seconda edizione, e all’importante convegno mattutino moderato da Andrea Polidori di Vermogno Vive. Andrea ha guidato l’interessante discussione mattutina focalizzandola sul tema dell’agricoltura non convenzionale. “E’ necessario recuperare autenticamente il rapporto tra agricoltura e paesaggio, in uno spirito aperto e inclusivo”. Ed è da anni che Andrea si occupa quotidianamente di queste tematiche e, possiamo assicurarvelo, la sua casa e la sua famiglia confermano in pieno quel che va dicendo.
Passa così la parola a Pierluigi Perino, esperto di agricoltura del territorio. Solo osservando il suo volto si evince la presenza di una persona colta, preparata e piena di vita. Del suo intervento mi rimane impressa una citazione da lui riportata: “La tradizione è un’innovazione ben riuscita”. Immagina la Serra come il fornitore di energia – alimentazione – dell’intero territorio biellese.
Dopo Pierluigi è il momento di Fabrizio Bottari del Consorzio della Quarantina, esempio virtuoso ligure di valorizzazione e messa in rete dei produttori locali di patate, costruendo una filiera economica e, sopratutto, culturale. Spopolamento delle valli e dissesto idrogeologico sono tematiche intrinsecamente connesse a tutto il territorio ligure e, tramite lo sviluppo integrato di progetti come quello di Fabrizio, qualcosa potrebbe cambiare. Anzi, sta già cambiando.
Andrea ha così dato spazio al Biellese Che Cambia, il progetto nato la scorsa estate per mappare le realtà virtuose del territorio biellese. Una rete di più di sessanta soggetti economici, associazioni o di singoli artigiani e agricoltori che ben esprimono il potenziale della provincia all’ombra del Mucrone. A ciò aggiungiamo il fatto che vi sono almeno altre sessanta realtà da incontrare, intervistare e mettere in relazione.
Nella stessa direzione lavora da anni Let Eat Be, rappresentata da Enrico Rey. Lo scopo di Let Eat Be è quello di aggregare, promuovere e contribuire a organizzare le risorse e le attività (saperi, azioni, progettualità), operanti sul territorio biellese, il cui denominatore comune sia la cura della terra, del paesaggio sociale e naturale, e di partire da tali risorse per favorire un meccanismo virtuoso di solidarietà e di inclusione sociale.
Ricordiamo la presenza sul territorio di altre esperienze similari ad Agrimagnano, come Coltiviviamo a Roppolo.

Coltiviviamo (Large)
Una delle realtà con le quali Let Eat Be collabora è “Ti aiuto io”, progetto nato con l’obiettivo di svolgere attività di sensibilizzazione e di integrazione in relazione al mondo della disabilità. In particolare Gianni Moggio, rappresentante dell’ente, ci ha presentato Il Vino del Sorriso. Un’esperienza che coinvolge più di 120 soci, intrecciando percorsi legati alla natura e all’integrazione.
Tra le varie esperienze portate avanti dall’associazione, di particolare interesse è il parco nato nella zona delle case popolari a Candelo, volto ad integrare disabili e la comunità in un progetto partecipato di gestione del parco comunale.
Elda Minetto, Presidente dell’associazione Biodistretto Filo di Luce in Canavese e specialista in scienza dell’alimentazione, ci ha parlato di consumo etico e consapevole. Partendo dalle proprietà nutritive della patata, ha diffuso consigli per una alimentazione equilibrata e sana. Ci ha, inoltre, descritto i progetti che sta seguendo nel Canavese, con un occhio particolare dedicato alla Canapa.
Infine, Andrea, cercando di tirare le fila della discussione ha lanciato un quesito ai partecipanti: quali sono i nodi, le criticità, attorno alle quali dobbiamo discutere e migliorare? La discussione è stata animata con un unico obiettivo: il benessere del territorio e dei suoi abitanti, partendo dall’esperienza di Agrimagnano. Ad oggi la difficoltà per l’associazione non è quella di trovare terreni disponibili, ma di trovare terreni disponibili già coltivabili, senza necessità di grandi lavori in anticipo. Così si è passati a discutere del Piano di Sviluppo Rurale, della necessità di informare chi vuole avvicinarsi all’agricoltura, con la proposta di creare uno sportello dedicato.

VermognoVive (Large)

Chiude il convegno Pierluigi Perino, che ci ricorda quanto l’agricoltura non sia poesia e burocrazia, ma scienza, applicazione, pratica, fatica, gioia e lavoro per la propria comunità.

Articolo riproducibile citando la fonte con link al testo originale pubblicato su Italia che Cambia

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Interessato a chi sta ai margini, da sempre. Attraverso fotografie, parole e video cerco di raccontare il cambiamento: chi ce la fa, chi ha coraggio e porta avanti con decisione le proprie scelte.

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