Mai potrai smettere di amare la terra con cui hai condiviso il freddo.
(Vladimir Majakovskij)
VIU‘ – Vi sono luoghi che, per qualche strana ragione, ci fanno stare bene, molto bene. Altresì ve ne sono altri nei quali ci sentiamo a disagio, come se ci avessero strappato dalle nostre radici per piantarci in un posto che non ci appartiene.
Respiro.
Oggi è un piacere immenso potervi accompagnare in quello che per me rappresenta il Luogo, il Posto, la Casa.
Sto parlando delle Valli di Lanzo, ed in particolare della Valle di Viù. Il fatto che questi nomi vi dicano nulla è un buon segnale: la loro incantevole bellezza è proprio data dalla loro naturalezza e assenza di contaminazioni, che poco hanno a che fare con la vera montagna. E’ incredibile pensare come a pochi chilometri da Torino esistano ancora luoghi nei quali la vita è completamente difforme da quella della metropoli: ritmi diversi, azioni diverse, rapporti sociali del tutto diversi.
Parto con mio padre verso Polpresa, piccola frazione del comune di Viù, sua città natale. Lui saliva in valle perché stiamo ristrutturando la nostra casa, che accidentalmente due anni fa andò completamente a fuoco. E’ lo stesso casolare dove era nato e che aveva costruito con le sue stesse mani.
Mi lascia nella frazione Corgnolero, pochi metri prima della nostra casa. Proprio in questo piccolo borgo, infatti, Maria Piera e Luigi mi attendevano per parlare della loro virtuosa e interessante esperienza fatta con il LEM, Laboratorio Energia Mentale. Arrivo per le dieci del mattino e mi sorprende vedere così tante persone in questa struttura, erano circa una trentina. Tenete conto che prima del loro arrivo, la frazione aveva un numero di abitanti che si possono contare sul palmo della mano.
Neanche arrivato, mi offrono subito la colazione preparata dallo chef Luigi, chiamato da tutti Toni. Miele locale, pane fatto in casa e il Diavolicchio: una zuppa della tradizione pugliese a base di polpa di pomodoro, olio, pane, aglio e peperoncino. Ci dice Toni che ai tempi dei suoi genitori era la colazione tipica dei contadini della Puglia per darsi la carica e iniziare al meglio la giornata sui campi.
Attorno al tavolo vi sono tutti i partecipanti al corso di Yoga organizzato dal LEM. E’ piacevole vedere persone da Bergamo, Aosta e addirittura dalla Danimarca in questo piccolo paesino. Maria Piera introduce il LEM ai partecipanti del corso e al sottoscritto. Esso nasce nel 2010 da una sua idea, con l’intento di offrire un supporto alle persone che sentono la necessità di raggiungere e mantenere un equilibrio psicofisico mediante un corretto stile di vita; l’armonia che ne deriva è fondamentale per la prevenzione di malattie collegate allo stile di vita moderno, che, se da un lato è caratterizzato dal benessere socio-economico, dall’altro è sovente associato ad una carenza di attività fisica e ad un’alimentazione scorretta.
Il Centro LEM propone quindi una serie di attività mirate che aiutano a comprendere l’importanza di questi due fattori nel nostro tenore di vita, supportato in questa missione da medici oncologi, scienziati ed esperti di alimentazione e attività fisica, oltre che da insegnanti di metodologie orientali. Le sue proposte sono rivolte a tutti coloro che desiderano provare qualcosa di diverso per migliorare la qualità della loro vita e possono essere utili a varie tipologie di professionisti: medici, personale sanitario, insegnanti, psicologi, counsellor, operatori del settore alimentare, dell’attività fisica e dell’agricoltura (agli operatori socio-sanitari sarà rilasciato attestato di partecipazione utile per la qualificazione professionale). Le attività sono suddivise in aree tematiche ma nella realtà vi sono sovrapposizioni costanti: le attività fisiche hanno un impatto importante sulla “coscienza”, l’alimentazione fornisce l’energia e agisce sul tono dell’umore, ecc. In altre parole, tutto apparirà fortemente legato e con un obiettivo finale che è il benessere-equilibrio psico-fisico.
Mentre Maria Piera finisce la presentazione, Toni mi invita a fare un tour della struttura. Essendo molto legato a quella terra, mi ricordo bene come era prima del loro intervento questo stabile e vederlo così ristabilito mi emoziona. Toni è particolarmente simpatico, si vede nel suo volto l’orgoglio di essere riuscito a creare tutto ciò e gli fa piacere mostrarmi tutti i lavori e gli interventi che hanno fatto. La sua passione per la cucina mediterranea, in particolare quella pugliese, gliel’ha passata la madre di 95 anni. Racconta di come il borgo all’inizio abbia accolto con diffidenza la loro proposta, ma ora sono in buoni rapporti con tutti. Grazie al centro, infatti, il borgo è più curato, pulito, vissuto. Hanno cercato nella ristrutturazione dei locali di mantenere il più possibile inalterati i colori e i materiali del posto: posso dire che ci sono pienamente riusciti. E’ disorientante pensare che anni fa in questa piccola frazione vi fossero un macellaio ed anche un albergo.
Facciamo una bella passeggiata nelle stanze del LEM e nei prati del Corgnolero. Per lui il cambiamento si può vivere in due modi: o capita accidentalmente oppure te lo devi andare a cercare. Cambiare da soli non basta, è necessario farlo insieme.
E’ piacevole chiacchierarci assieme, mi racconta della sua vita e di quando arrivò a Torino. Ebbe un ottimo rapporto con tutte le persone che incontrò, ma si ricorda di quando v’erano i cartelli con scritto: “Non si affitta ai meridionali”.
Tornando nella sala centrale ho ancora modo di dialogare con Maria Piera. E’ lei che ha un legame forte con le Valli di Lanzo. Fin da bambina adorava venire in montagna per tutta l’estate e quando era ora di andare al mare per una settimana stava male. Quando poi d’inverno tornava in città e dal balcone di Corso Francia vedeva le montagne la sensazione era chiara: malinconia. Ricorda un aneddoto significativo, quando sua madre non si fidava di comprare formaggi dai contadini della zona e invece si affidava alla grande distribuzione, ritenuta nella sua testa più sana e sicura. A Maria Piera questo non andava bene.
Ecco spiegato il LEM in questa piccola frazione del comune di Viù. Spera che sempre più persone si avvicinino a questo luogo, diventando un posto per tutti e di tutti.
Lascio Maria Piera e Luigi e mi incammino verso casa, dove mio padre e mio fratello mi attendono per il pranzo.
I colori dell’autunno sono meravigliosi. Nel bosco m’incammino e respiro.
Articolo riproducibile citando la fonte con link al testo originale pubblicato su Italia che Cambia