Silvana Dalmozzone, Luca Mercalli e Roberto Palea, moderati da Lorenao Pietro Spiller, sono intervenuti al convegno “Salvare l’umanità, l’imperdibile occasione della Conferenza Mondiale sul clima”
TORINO – Avrei voluto parlarvi dell’intera conferenza, degli interventi puntuali, precisi, estremamente interessanti di Silvana Dalmozzone, professoressa associata di Economia dell’ambiente, di Roberto Palea, presidente del Centro Studi sul Federalismo, e di Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana. Ero lì proprio per documentare questo momento importante, volto a capire quale fosse la situazione sulla delicata Cop21. Come probabilmente sapete, infatti, sono in corso a Parigi i negoziati COP21 tra i più importanti Capi di Stato della terra, con termine ultimo il 12 dicembre 2015, volti a definire un nuovo piano di riduzione delle emissioni globali di gas serra, da cui dipenderà il futuro del mondo intero.
Tuttavia finita la presentazione, è stato dato il consueto spazio alle domande da parte del pubblico. E’ lì che difronte ad una domanda posta dall’amico Jean-Louis Allion, presidente del movimento della decrescita felice italiana, che le parole di Luca si sono fatte estremamente incisive, forti, dense. Il suo discorso ha colpito nel profondo i presenti. Nel suo incedere il volto sembrava animato da un impeto poderoso. Forse perché non v’è più tempo per aspettare. E’ giunto il momento di agire, e con decisione. Per questo ho deciso di riportarvelo parola per parola (quelle in stampatello sono quelle pronunciate con maggiore enfasi). Per quanto riguarda i contenuti della conferenza, vi invito a rivedere le puntate di Scala Mercalli1, programma andato in ondata la scorsa stagione su Rai3.
“ E’ irreversibile quello che abbiamo fatto, il petrolio si è formato in un periodo storico geologico storicamente unico nella storia del pianeta, Punto. Non si fermerà (forse) mai più. E quindi non c’è più per tutte le generazioni successive. Se continuiamo il business as usual, avremo bisogno dell’equivalente di tre terre al 2050 con nove miliardi e sei di umani. NON CI SONO! Natura in bancarotta! Punto. L’alternativa è rientrare prima possibile nelle possibilità dell’unico pianeta che abbiamo che però imporranno una certa decrescita, volenti o nolenti. La politica, secondo me, può fare molto nel decidere COSA e CHI far decrescere. Cioè, il COME metterci d’accordo, sono sicuro appartenga al nostro dominio dei desideri. E su questo possiamo agire, sul fatto che si DEBBA mettersi d’accordo per arrivare a quella decrescita globale negli usi delle risorse e nella restituzioni di scorie. Questo ci è imposto dell’esterno.
La mia metafora è: siamo tutti su un aereo. C’è la business class, ci sono gli sfigati nei sedili più piccoli e stretti dietro, ma l’aereo a un certo punto finisce il carburante. E’ vero che dentro litigano: “E’ colpa tua, hai consumato di più che eri in business class, tu sei più ricco! Io sono più povero e sfigato!”, Possiamo litigare sin quanto volete, ma se non ci mettiamo d’accordo l’aereo PRECIPITA dopo dodici minuti. Quindi l’unica cosa saggia non è litigare su di chi era la colpa storica. Certamente, un minimo di negoziato ci deve essere, ma in dodici minuti io devo scegliere di fare: o un atterraggio di emergenza o dotare tutti di paracadute oppure uccidere una parte di quelli che sono sull’aereo per lasciare il paracadute, magari, ai soliti ricchi che sono seduti davanti. Da li non ne usciamo, vince la termodinamica. Tutto il resto sono PII DESIDERI NOSTRI, prettamente antropocentrici. Dobbiamo metterci in testa che l’abbiamo combinata grossa. Queste cose si sapevano già quarant’anni fa, abbiamo aspettato.
Come disse Churcill: “L’era delle conseguenze è iniziata”. Le bombe naziste iniziano a cadere; potete dire tutto quello che cazzo volete, ma SONO BOMBE! Non le fermate con le MANI o con le IDEE, o con i DESIDERI. Quindi adesso la situazione si fa critica e quindi il mio invito è: INCAZZATEVI MOLTO! E cominciate a pensare a che cosa sacrifichereste della vostra vita perché sicuramente nei paesi occidentali vi sono tante cose superflue che si possono abbandonare senza danni, così come ce ne sono altre necessarie. E la decrescita oggi, seppur ci sia molto da fare, cerca di fare quello. Salvare le cose buone e importanti, magari il Welfare che è importante, e abbandonare il SUV, che non lo è. E spiegare all’indiano che NON DEVE diventare come noi, ma fargli capire che dopo la sbornia e le cazzate che abbiamo importato in questi anni, forse si può vivere con un po’ meno di oggetti materiali e con delle soddisfazioni uguali.
Tuttavia, notate, che pur all’interno della redistribuzione auspicabile e auspicata, quel grafico lì non varia.
Alla fine se non si fa la decrescita tutti in un modo che stabiliremo con la politica, la torta l’abbiamo mangiata tutta. Come dice quel detto americano, non si può avere la torta e mangiare la torta. E adesso la situazione è questa qui, noi dobbiamo rientrare il prima possibile nelle condizioni di limite del pianeta. E lo dobbiamo fare, tra l’altro, nella situazione attuale. Figuratevi tra cinquant’anni. Ecco perché io la vedo un po’ dura, ma lascio aperto un piccolo spiraglio.
La società umana è un insieme caotico di scelte, cioè un sistema complesso ad elevata dipendenza dalle condizioni iniziali, come l’atmosfera. Il battito di una farfalla in Brasile può provocare un tornado in Texas (formulata da un meteorologo, Edward Lorenz). Allora, PUO’ anche darsi che ce la facciamo. Qualcosa di molto piccolo, qua e là nel mondo, può stimolare un cambiamento molto grande, magari questa serata. Il battito delle ali potrebbe essere questa serata a Torino, così come può esserlo ogni altra azione. E l’elemento nuovo è la rete. Effettivamente Internet per la prima volta nella storia dell’umanità mette tutti in comunicazione, permette di scambiare informazioni, di mettere in comunicazione comunità di persone con delle affinità, il baùsca sta con il baùsca (in riferimento ad un intervento precedente, si intende il tipico imprenditore milanese), ma voi potete mettervi insieme contro di lui, ma FATELO! Non lo state facendo.
Usate questo cavolo di nuovo mezzo che abbiamo. Non come disse un grande della fantascienza Arthur Clarke, autore di Odissea nello spazio, che nel 1969 scrisse “ Quanto più i mezzi di comunicazione progredivano, tanto più essi venivano utilizzati per trasmettere stupidaggini!”, VERISSIMO! Pensate a tutto quello che fluisce ogni giorno su Facebook, su Whatsapp, e cose di questo genere. USATELO per trasmettere questa roba qui. Allora può darsi che forse, improvvisamente, un sistema catalitico sociale si metta in moto e cambi in quei tempi che abbiamo detto prima il paradigma, perché prima di tutto è un salto culturale. Poi vi sono gli aspetti meramente pratici, ingegneristici, il pannello solare, ma io NON CREDO che ce ne sarà per tutti così. Non potremo dare la macchina elettrica anche a tutti gli indiani e a tutti i cinesi. BISOGNERA’ negoziare un livello di vita dignitoso che soddisfi almeno i livelli fondamentali di quelli che chiamiamo una buona vita ma non più come possa riprodurre quello che abbiamo fatto sin’ora. Questa è la mia impressione.”
Un applauso pieno di energia ha accolto le parole di Luca Mercalli. Speriamo che, dato il primo principio della termodinamica, tali energie non vengano distrutte ma che si trasformino, passando da una forma ad un’altra: quella dell’azione.
Articolo riproducibile citando la fonte con link al testo originale pubblicato su Italia che Cambia