Non sono certa che sarà facile cercare di spiegare al di fuori dell’ambito esperienziale, cosa significa esattamente l’affermazione “Io Amo” quando si parla della voce e del suo risveglio.
“Io amo” è l’affermazione associata al “chakra del cuore” . Nel percorso sulla voce di cui parliamo, corpo mente e anima viaggiano insieme.
Molto spesso le persone che incontro, nella vita in generale e come facilitatrice, si portano il fardello del giudizio umano. Con anche l’attitudine a dimenticare l’amor proprio.
Quando lavorando su una voce, cominciamo ad imbatterci nella zona del petto e del cuore, si presentano spesso rigidità, contratture, problemi respiratori. Non solo, anche emozionalmente può essere molto intenso e a volte è capitato di trovarmi di fronte a vere e proprie crisi.
Mi sono resa conto che non occorre molto per stuzzicare il nostro mondo emotivo.
Quello che tentiamo di fare in questo percorso è di restituire contesti e significati a quei vissuti emotivi spesso intrappolati in una età assai inferiore a quella anagrafica. Lavorare sul corpo attraverso la voce ci apre la strada.
Prendo in prestito le parole di Gesù nel vangelo di Giovanni:
“…Se vi ho parlato delle cose terrene e non credete, come crederete se vi parlerò delle cose celesti?…” Giovanni 3, 1-17
Questa frase mi ha sempre colpito molto, fin dalla prima volta che sentì la storia di Nicodemo sul rinascere di nuovo dall’alto. Al di là dell’interpretazione cattolica, ho incontrato in queste parole uno spunto di riflessione.
La questione del rinascere è un tema per me ricorrente, tanto che spesso racconto di essere rinata molte volte durante questa vita. Alla base di queste rinascite una spiritualità molto intensa che ha decisamente guidato il mio cammino, alla ricerca di “quel morso in più”, come lo chiama Don Luigi Ciotti.
Ma senza amore per me stessa, i miei obiettivi più “alti” venivano traditi molto spesso.
Ormai lo ripeto spesso che essere umani di questi tempi è più una sfida che una condizione naturale. Amare se stessi è una questione delicata che alcuni (o molti) tendono a boicottare.
Gesù parla di cose terrene; immagino si riferisse al nostro rapporto con la materia. La dicotomia materia e spirito può intrappolare in una visione limitata.
Ma è proprio in questa dicotomia che incontro una chiave per parlare dell’amore.
Per ognuno di noi il cammino dell’amore può riferirsi ad un’area specifica della vita: genitori, figli, partner, lavoro, sociale, progetti, passioni… qualche volta se stessi.
Ed è proprio nella relazione di amore che risiedono, costantemente, le contraddizioni più comuni: ideale o realtà, gioia e dolore, presenza e assenza, fedeltà e tradimento, etc..
Ci troviamo in una società complessa, deviante, vincolante, per poi trovarsi a vivere relazioni umane altrettanto complesse.
Ho sempre fatto fatica nelle relazioni: educata e cresciuta con una madre idealista e un padre severo, mi sono trasformata facilmente in una ribelle senza molta struttura e questa ribelle ha dominato il mio essere per molto tempo. L’artista che è in me, ci si è identificata facilmente. Ma la voce non mi ha permesso di scordare quanto la struttura dalla quale fuggivo fosse importante: cantare richiede disciplina e una grande consapevolezza corporea. Lo stato in cui conduce è spesso di gioia profonda e totale abbandono. E se la voce è una metafora della vita, ho dovuto fare i conti con un materiale tendenzialmente precario perchè non sorretto da una struttura stabile. E così fatica nel tenere testa concretamente alla realizzazione dei miei sogni..Sono rinata mille volte, e ora mi rendo conto che solo cambiando i termini della questione posso capire meglio il senso delle mie rinascite.
Prima di poter rinascere “dall’alto”, è importante fare pace col “basso”. Questo me lo insegna il corpo ogni volta che per fare una nota alta, le gambe devono essere ben piazzate, il diaframma sostenere bene il respiro e più in alto la voce vuole andare più in basso incontra il suo focus.
Prendersi cura di sé, tornare ad abbracciarsi, restituire a noi stessi quell’accettazione per essere come siamo.
L’artista, così come l’anticonformista, spesso si può imbattere nella mancata approvazione dall’esterno (genitori, maestri, figure autoritarie in genere).
Spesso queste persone pagano il prezzo di non accettarsi fino in fondo, e quindi di essere i primi a non riconoscersi pienamente.
Amarsi parte da un abbraccio con se stessi. Il canto che può nascere da questo abbraccio può cambiare il mondo.
https://simplebooklet.com/ilrisvegliodellavoce#page=0
Prossimi appuntamenti:
Gennaio
13 @ Cancellino (FI)
21 @ La Via dell’Albero Soci (AR)
27/28 @ Granada (E)
Febbraio
3 @ L’Albero della Vita Bologna
11 @ Convento Frati Cappuccini Varese
Per informazioni sorgentecoraggiosa@gmail.com
www.sorgenteinarte.com
Articolo riproducibile citando la fonte con link al testo originale pubblicato su Italia che Cambia