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Conformismo e Cambiamento: la musica come ponte tra il mondo interiore e quello esteriore

musica-come-ponteIn viaggio verso le mie origini, Cambridge, dove sono nata e dove risiede gran parte della mia rete familiare. In questo luogo ci sono nata, e ho vissuto per 8 anni, fino a che i miei genitori hanno deciso di venire in Italia. E’ stato uno dei passaggi più intensi credo della mia esistenza. Perché a quell’età non hai ancora avuto il tempo di radicare bene e mentre ti prepari a crescere, ecco che ti viene a mancare la terra sotto i piedi.

Avete mai provato a camminare su un ponte di legno e corde, che a ogni vostro passo si muove con voi? Una sensazione ricorrente che è facile provare quando si vive al confine tra conformismo e cambiamento.

Potersi appoggiare a strutture certe e comode, quelle più convenzionali (che si tratti di famiglia, scuola, politica, religione o relazioni) è quello a cui più di tutto sono stata indirizzata. Un training che mi ha sempre portato grandi contraddizioni. Il cambiamento radicale che sono stata forzata a vivere da piccola ha attivato un meccanismo particolare dentro di me. Mi appoggio, ma non radico. Così, mentre una parte di me è impegnata a cercare sicurezza e stabilità, un’altra è sempre pronta a fare le valigie e partire in cerca di un nuovo posto.

La Voce è l’unico spazio di me che è rimasto intatto. L’unica radice solida, certezza. Ci è voluto tempo per fare ordine ma avere questo punto di partenza mi ha permesso di rimanere salda nonostante tutto il movimento intorno. Fondare radici nella musica è una base solida, perché la musica ha un potere catartico per elaborare le nostre esperienze di vita, come afferma la giovanissima cantautrice Alice Phoebe Lou, TEDx Berlin 2014.

Radicare dentro e manifestare fuori in maniera coerente

Il mio approccio alla voce è un approccio particolare, perché non si basa su un metodo, ma è un viaggio dove la voce diventa il ponte fra il mondo interiore della persona e quello esteriore. La salute “corpo-mente-anima” è strettamente connessa alla coerenza fra questi due mondi. Tuttavia, nel modo in cui molti di noi sono cresciuti e educati, spesso “apparire” è più importante che “essere”. E ci ritroviamo a interpretare personaggi per sopravvivere. Diciamo “si” quando vogliamo dire “no”, oppure viceversa. Tendiamo a reprimere emozioni e a prediligere il mare piatto.

Cantare spesso rafforza la coerenza fra dentro e fuori. Nasce da uno spazio creativo, il corpo è costretto ad aprirsi, la mente si concentra sul momento. Ogni suono che esce è una parte di noi che si libera.

Come è possibile liberarsi? Da dove sorge il vero cambiamento?

Beethoven diceva che la musica è mediatore tra la vita spirituale e quella sensoriale.

Quando noi veniamo al mondo, il nostro primo contatto con l’esterno avviene attraverso un pianto, un grido. Quando siamo neonati siamo “giustificati” per essere noi stessi. Un corpo perfettamente strutturato per supportare ore e ore di pianto, un modo di respirare intelligente, che se privo di particolari impedimenti, permette all’essere di compiersi, crescere ed evolversi.

Ma poichè crescere significa anche relazionarsi con gli altri e con le regole sociali, il procedimento a cui siamo normalmente addestrati è quello di conformarsi. Per qualcuno il conformarsi è naturale, per qualcun altro, no. E’ in quest’ultimo caso che scatta la voglia di cambiare.

Il cambiamento ha successo quando, prima di espandersi, si consolida in profondità. Una voce si esprime pienamente secondo lo stesso concetto. Il consolidamento dipende dalla volontà di rompere schemi conosciuti per avventurarsi in un percorso più creativo.

Spesso le persone che lavorano sulla propria voce si accorgano che quella unicità che portano dentro ha solo bisogno di un canale aperto per esprimersi. Credo che la musica e l’arte e in genere svolgano la funzione di rispondere a questo bisogno.

Se diventiamo consapevoli di quale sia questa unicità dentro di noi, diventa possibile riconoscerla fuori. Le tele più belle e più ricche mischiano tanti fili unici e particolari. Così come un armonia di voci è tanto più ricca quando le emozioni di tutti si mettono in gioco in un intelligente e sottile equilibrio tra unicità e unione. Pensare al cambiamento in questi termini può essere un motivo in più per risvegliare le nostri voci e dare il nostro contributo.

Il potere della vulnerabilità

Brenè Brown, una ricercatrice nel settore del sociale e narratrice statunitense,  in una delle sue ricerche si è ritrovata faccia a faccia con il tema della vulnerabilità. Il suo approccio strettamente scientifico “Se non è misurabile, non è reale” l’aveva portata ad essere una gran perfezionista in tutte le sue manifestazioni, influenzando tutte le aree della sua vita personale e professionale. Finchè imbattendosi in una delle sue ricerche ha scoperto il potere della vulnerabilità. Aveva visto come molte persone “con un buon livello di autostima” avessero in comune di non avere vergogna della propria vulnerabiltà. Poter dar voce e manifestare chi siamo veramente richiede molto coraggio, ma prima ancora riconoscimento e accettazione di quella parte di noi (Brenè Brown, “I doni dell’imperfezione”, 2010)

Qual’è il nostro mantra?

Quando la vita ci presenta esperienze in cui viene a mancare la terra sotto i piedi, abbiamo due strade: cadere nel vittimismo e concentrarsi sulla sofferenza oppure possiamo vivere la crisi come opportunità. Chi riparte sfruttando concetti come “resilienza” o “scarto”, sa bene di cosa parlo. In questo caso le voci si fanno strumento molto potente a servizio di come scegliamo di vivere le nostre vite. Possono essere a servizio di  mantra molto potenti che capaci  di influenzare la nostra realtà. E’ importante essere coscienti e consapevoli di quali sono i mantra che esprimiamo continuamente. Spostando l’attenzione su cosa manifestiamo, potremmo sorprenderci nel vedere la stretta connessione con ciò che di conseguenza ci arriva dall’esterno.

Einstein diceva:

Follia è fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati differenti

Chi risveglia la propria voce è disponibile a mettersi in gioco. Ogni movimento nuovo crea un suono nuovo.

Mi auguro che sempre di più la nostra capacità di sognare e cambiare si manifesti attraverso le nostre voci sempre più chiare e sempre più potenti. Lasciando accadere la magia di scoprire che si può stare dalla parte della nostra autenticità più profonda, ed esprimersi al fine di creare un mondo esterno più compatibile con chi siamo.

Articolo riproducibile citando la fonte con link al testo originale pubblicato su Italia che Cambia

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Cantautrice, Facilitatrice dello strumento voce, Artista del Cambiamento Ha pubblicato 2 album "Il Movimento dell'Anima" e "Queens of Roses" ed attualmente sta preparando il 3° con Tony Bowers ex bassista dei Simply Red. Da sempre musica, sociale e ricerca personale si intrecciano creando un'artista poliedirica con una voce che tocca il cuore, una facilitatrice attenta ai bisogni reali delle persone e una persona sempre pronta a mettersi in gioco pur di vivere coerentemente e in autenticità.

http://www.sorgenteinarte.com

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