“Il potere è così: ti comanda e tuttavia ti obbedisce. (…)Se metti in serbo il potere, il tuo corpo può compiere imprese incredibili. D’altra parte, se dissipi il potere sarai un vecchio grasso in pochissimo tempo”.
Tratto da “Viaggio a Ixtlan” di C. Castaneda
Ho trovato in queste parole di Castaneda la riflessione che più si avvicina a ciò che scopriamo ogni volta che, per liberare la voce, tocchiamo il tema del potere personale.
IO POSSO, su questo tema vorrei riflettere con voi nell’articolo di questo mese.
Ogni persona arriva con un bagaglio enorme di potenzialità oppure restrizioni. In gioco vi è quasi sempre il livello di connessione con questo potere.
Il nostro corpo è dotato del “plesso solare”, che si trova nella fascia fra l’ombelico e il petto più o meno all’altezza dello stomaco e il tratto lombare. Da sempre considerato il centro dell’essere nonchè il punto in cui si trova il 3° chakra detto anche del “potere personale”.
Questo punto energetico del corpo è molto importante perché è la sede del nostro ego, delle nostre affermazioni e intenzioni. La parte di noi che si attiva per raggiungere un obiettivo. Se non equilibrato può portare a gravi dissonanze nel nostro essere. Se troppo attivo può portare all’eccessivo controllo, competizione o manipolazione; al contrario se troppo pigro può portare al sentimento di scarsa autostima, procrastinazione e vittimismo.
Un uso equilibrato di questo centro ci può rendere persone determinate, ambiziose e sagge, capace di quella consapevolezza necessaria per affermarci ed essere protagonisti della nostra vita, non necessariamente a scapito degli altri.
Nell’uso della voce l’attenzione a questa zona del corpo è fondamentale, poiché spesso si tratta di riscoprire il respiro diaframmatico ed intercostale che più o meno va ad includere la medesima area. Questo respiro è quello con cui nasciamo, e che in condizioni regolari, continuiamo ad applicare fino all’età prescolastica. Dopo di che la zona di appoggio si alza fino a salire al petto, nella maggior parte dei casi. In uno dei miei articoli citavo Serge Wilfart che nel suo libro “Il Canto dell’essere”, spiegava bene di quanto il nostro modo di respirare potesse rimanere fortemente condizionata e addirittura compromesso a causa di una personalità superficiale che tiene conto di necessità più legate alle aspettative esterne che davvero in relazione con i nostri bisogni più reali.
Ho sempre pensato che ci fosse una relazione fra la perdita della connessione col proprio potere e il fatto che il respiro con gli anni si vada ad intensificare nel petto, riducendo il suo campo di azione.
Uno dei lavori più frequenti nel recupero di una voce, è quello di tornare al diaframma.. Ma non è sufficiente tornare a questo tipo di respiro solo meccanicamente. E’ necessario tornare a conoscere il nostro centro, e rallentare il nostro respiro. Restituire al nostro corpo quella coscienza di una memoria antica di quando sapevamo bene quali erano le nostre possibilità.
Proviamo a fare un esercizio:
scegliamo una musica molto delicata e rilassante; ci sediamo in modo rilassato appoggiando la schiena e respiriamo molto lentamente con la mandibola rilassata prendendo quindi aria dalla bocca.
Se volete potete provare mentre ve lo racconto: immaginiamo di inspirare in 4 tempi lentissimi, di attendere qualche secondo mentre siamo pieni di aria e poi espirare in 4 tempi, di attendere qualche secondo mentre siamo vuoti e continuare inspirando nuovamente senza perdere il ritmo lento. Poi possiamo aumentare i tempi, 6, 8, 10 fino dove vi sentite di arrivare. Se rimaniamo in ascolto del respiro possiamo notare che i momenti in cui stiamo fermi nel pieno di aria sono molto diversi da quello del vuoto. Per esempio talvolta durante il pieno qualcuno si sente molto al sicuro, altri si sentono soffocare; durante il vuoto è possibile provare molto disagio per il mancato respirare creando l’impulso repentino di inspirare molto più in fretta del momento precedente. Spesso occorre imparare una fiducia nuova verso il proprio corpo e lasciarsi andare. I tempi del nostro corpo non sono gli stessi della mente. La mente se non può controllare tende ad andare in tilt. Ma il corpo è molto saggio, spesso ne sa più della nostra mente. Specialmente per quanto riguarda l’uso della voce che porta con sè tutto quello che serve a livello istintivo. Eppure pensiamo di dover imparare a cantare. Un amico algerino nel deserto del Sahara è rimasto scioccato quando gli ho detto che insegnavo a cantare. Gli suonava come una cosa stranissima, perchè per lui e per il suo popolo si poteva passare un giorno senza mangiare, ma non senza cantare.
E come si relaziona tutto questo con il potere personale? Tornando al pensiero di Castaneda, non è una questione di avere o non avere potere. Ce l’abbiamo, è un dato di fatto. Ne nasciamo provvisti altrimenti non si spiegherebbe come un neonato possa venire al mondo e ottenere tutto quello che vuole senza ancora avere accesso ad un linguaggio convenzionale. Si tratta di uno spazio in cui noi sappiamo davvero riconoscere qual’è il nostro posto nel mondo, ma che troppo spesso non siamo educati a contattare. La voce non può staccarsi da questo spazio, per quanto l’essere possa essere contaminato, frammentato, cosciente o meno, essa non mente. Per uno sguardo afflitto si può ricorrere a un paio di occhiali da sole, ma una voce rotta dal pianto o dalle risa non si può mascherare. Possiamo tornare ad essere coscienti del nostro potere oppure lasciare che esso si manifesti casualmente fuori dal nostro controllo. Possono essere davvero gravi le conseguenze di un potere personale represso, distorto o malfunzionante. Pensiamo a come vanno molte cose nel mondo.. le cose che noi del cambiamento denunciamo e cerchiamo di cambiare appunto. Un potere che crea carnefici e vittime, in circoli viziosi di violenza e ingiustizia.
Tornare a essere coscienti di dove siamo davvero, ci può far diventare quella differenza. Il potere personale nella linea dei chakra è appena sotto il cuore, che divide in due il nostro essere. Un potere personale che non riesce a sbloccarsi attraverso il cuore può creare i danni che stanno alla base di molti malfunzionamenti che conosciamo bene.
Per “agire localmente e pensare globalmente” abbiamo bisogno di recuperare quella padronanza che ci permette di fluire bene, partendo dal nostro sistema CORPO-MENTE-ANIMA. Ogni voce che torna a esprimersi, liberando il proprio canto più autentico ridona vigore a questo fluire.
Una missione non impossibile per chi ha voglia di mettersi un po’ in gioco.. Che questa voce sia sempre più capace di radicarsi nel suo centro di autenticità più profonda.. vi aspetto il prossimo mese per seguire a condividere con voi a piena voce.. Testimoni insieme di tutta un’altra musica.
“Dà vita alla tua voce per dare voce alla tua vita”
SU “IL RISVEGLIO DELLA VOCE”
MUSICA E CAMBIAMENTO – IO FACCIO COSI’ #139, ITALIA CHE CAMBIA LA STORIA DI SORGENTE”
PROSSIMI APPUNTAMENTI CON IL WORKSHOP
10 NOVEMBRE ORE 20,3O PRESSO L’ASSOCIAZIONE TALAMELAYOGA QUARRATA (PT)
25 NOVEMBRE ORE 10 PRESSO ARTES-SANAS EN MOVIMIENTO GRANADA (E)
02 DICEMBRE ORE 9 PRESSO L’ASSOCIAZIONE L’ALBERO DELLA VITA (BO)
PER INFORMAZIONI : sorgentecoraggiosa@gmail.com – www.sorgenteinarte.com
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