Non vorrei parlare di stupri. Ne parliamo tanto/troppo forse in questi giorni. Però sento il bisogno di dire la mia, da Regina Felice.
Sono una donna che vive da sola, viaggia da sola, il tutto a periodi alterni. La mia casa è nel centro di Roma. Vivere nel centro storico di Roma è gradevole, tutto a portata di piede, occhi spalancati davanti alle gemme d’arte del perodo passato, il Tevere che scorre senza ossigeno e sempre tenace nel suo cammino, insomma uno stare strano in una giungla umana.
Il quartiere è protetto, ci sono ovunque militari con le loro camionette, i carabinieri hanno il loro ufficio a pochi passi da casa mia. Quando rientro verso le due o tre di notte, incontro gruppetti animati di uomini di donne e passeggianti solitari. Sono tranquilla.
L’altra sera, sono ritornata a casa alle 5 del mattino. Piazza Navona, qualche gabbiano, Campo de’ Fiori , i proprietari dei banchi di frutta e verdura iniziavano a preparare le bancarelle. Camminavo riempita dal silenzio. Vicoli vuoti, i sanpietrini che risuonano, i corvi i merli ed i gabbiani in silenzio attendono l’alba.
Cammino con la testa bassa e velocemente. Il cammino così solitario in una città così vuota mi inquieta. Darebbe ansia a chiunque.Giro l’angolo e sono quasi arrivata. Sotto casa mia c’è un piccolo anfratto, un angolo. Nell’angolo c’è un uomo, alto e grosso. Ha i pantaloni calati, la schiena curva, è rivolto al muro. Non so che sta facendo, ma la paura arriva. Ho paura. Paura. Mi guardo intorno. C’è solamente lui. Affretto i passi, contengo il panico, inizio a correre, per fortuna il portone di casa è vicino, lo apro, entro, mi rassereno.
Non è accaduto nulla. Solamente paura. Solamente.
Ho lavorato da sola, vivendo situazioni in cui i maschi trasmettevano la loro enorme aggressività ed è così che ho imparato a camminare con gli occhi bassi, vestita in modo poco appariscente ed a camminare rasente ai muri. Ho viaggiato da sola. Non sono uscita di sera se non in compagnia, le mie antenne sono sempre state vive, non ho fatto molte cose che avrei amato fare per paura. Ci sono stati dei momenti in cui ho desiderato la vecchiaia per non dovermi più difendere da occhi, parole, gesti che percepivo profondamente violenti.Perchè io, nei posti un cui mi ritengo tranquilla, cammmino spavalda, con gli occhi fermi e il petto in fuori, i passi sicuri. Perchè non amo nascondere me, la mia femminilità, il mio sorriso, i miei occhi. non amo dovermi perennemente difendere.
E questo vorrei dire, agli uomini che accusano le donne di essere troppo aggressive, di essere quasi violente nel proporsi, di essere diventate “cacciatrici”. Agli uomini che accusano le donne di sfidarli proponendosi in minigonne, scollature, parole e gesti.
Avete la Neo Cortex che vi rende “superiori” agli altri abitanti di questo pianeta, vi spostate con gli aerei, trapiantate organi, parlate 10 lingue, comunicate con computer e cellulari, avete una gerarchia che vi permette di parlare direttamente con Dio, trasformate oggetti e sentimenti, perchè pur così evoluti non siete in grado di contenere il vostro istinto sessuale?
Permettetemi qualche perplessità.
“L’OMO E’ OMO” MA CHE OMO E’?
Articolo riproducibile citando la fonte con link al testo originale pubblicato su Italia che Cambia