Che significato diamo alla frase ” fare all’amore” ? E fare sesso? E Tr…..re? E Sc….re? E Ci….lare? Quanti sono i modi per raccontare una delle espressioni emotive corporee e mentali più complete che possono unire due persone !!!
Il significato di :
Fare All’amore: unirsi con attenzione di sé e dell’altro, desiderando il piacere dell’altro oltre al nostro, usando la sessualità come metodo di conoscenza e di scambio.
Fare Sesso: unirsi con attenzione si sé, desiderando il proprio piacere, usando la sessualità come strumento di piacere egoico.
Tr…..re, Sc….re, Ci…lare: rapporti che cercano una soddisfazione prettamente fisica, senza alcuna connotazione di tipo emotivo/sentimentale, oggettivando in modo assoluto il corpo dell’altro, cercando primariamente una soddisfazione genitale.
L’unione tra due corpi è una questione molto complicata, lo sappiamo. Difficile da realizzarsi con soddisfazione di entrambi, sia fisica che emozionale: l’obiettivo da raggiungere è sempre il piacere.
Fare all’amore è un’esperienza di serie A, speciale, unica e difficilmente ripetibile.
Fare sesso è esperienza di serie B, meno coinvolgente, più basica, più animale.
Tr….re, Sc….re, Ci…lare come esperienza di serie C, uno scarico ormonale.
Il confine non è sempre così chiaro. Chiedendo lumi a amiche/ conoscenti, scopro che a volte si fa sesso con amore, e amore senza sesso, si tr..ba con sentimento ed a volte il sesso e l’amore sono uniti al dolore…insomma al solito, confusione.
Ed allora perché non usare sempre e comunque l’espressione “Fare all’amore”? Le parole sappiamo hanno molta importanza. Quindi perché non fare sempre all’amore, anche quando non ci sono coinvolgimenti emotivi? Perché parlare di amore/sesso di prima e di seconda classe e di terza ? Dare sempre dignità e valore alla espressione comunicativa più completa che possiamo vivere con un’altra persona, renderà l’esperienza sana e vitale, bella e di valore.
Diamo valore ed amore a tutto quello che facciamo nella nostra vita.
Articolo riproducibile citando la fonte con link al testo originale pubblicato su Italia che Cambia