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Respiro ancora

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti. Ma non è facile starci tranquillo.
(Cesare Pavese)

Tornetti (Viù) -… E’ ora di pranzo. Siamo in pieno autunno e ci godiamo le ultime castagne della stagione con un po’ di miele, prima che la neve arrivi a ricordarci dell’inverno che sarà.

Con mio padre e mio fratello abbiamo lavorato nel pomeriggio per ricostruire la casa incendiata qualche tempo fa. Tutti e tre eravamo sicuri che l’avremmo ricostruita nel momento stesso in cui era divenuta in pochi secondi un ammasso indefinito di cenere.

All’imbrunire mi dirigo verso i Tornetti, frazione che dista soli quattro chilometri da Polpresa. Come si sa, tra due piccole frazioni in un comune così piccolo, è solito esserci rivalità tra gli abitanti dei vari borghi. Così è stato, sopratutto per gioco, tra i ragazzi delle rispettive borgate.

Giungo, dopo una rinfrescante passeggiata tra gli stretti vicoli del paesino, da Luca Majrano dell’azienda Agrituristica Il Runch. Davanti ad un caldo caffè, abbiamo modo di fare una bella chiacchierata. Nel mentre il Sole è ormai calato, lasciando spazio all’oscurità della sera.

Tornetti
Il progetto del Runch nasce nel 2002. Inizialmente aveva iniziato questo percorso con suo fratello, utilizzando i terreni e le proprietà che erano della famiglia: la casa, il fienile, la stalla dei suoi nonni. Insieme hanno ristrutturato il tutto, ampliando gli spazi dove possibile. L’attività è principalmente a indirizzo ortofrutticolo: coltivano piccoli frutti come mirtilli e lamponi, ortaggi di vario genere e hanno recuperato varietà antiche della valle di Lanzo di mele. E’ stato costruito un laboratorio dove i frutti e le verdure coltivate vengono trasformati in confetture, succhi di frutta, antipasti, etc… Da qualche hanno è iniziata anche l’attività di apicoltura con diverse famiglie di api, producendo mieli di flora alpina. C’è una sala ristorante con una sessantina di posti dove servono il più possibile i loro prodotti.

Il_Runch
Nella baita dove vivevano i nonni di Luca ricevono ospiti con circa quindici posti letto.
Luca aveva studiato agraria a Torino e da sempre voleva far rivivere i terreni dei nonni. Il cambiamento più grande per lui è stato il ritorno alle origini della sua famiglia. Tornare in valle e’ stata una bella sfida. Inizialmente la risposta è stata molto positiva. Adesso il momento è più difficile data anche la crisi congiunturale, ma continua con la stessa determinazione. Spera che si ritorni a vivere queste terre, anche perché le Valli di Lanzo stanno facendo fatica. Manca la cultura di portare qualcosa a chi vive e difende la montagna. Finché c’è l’uomo che tiene aperte le strade, pulisce i boschi e lavora la terra, la vita continua. Così Luca e la sua famiglia difendono la loro scelta. Spera che la Valle riconosca sempre più il lavoro che quotidianamente porta avanti.

Uscendo dall’agriturismo, la vista è sensazionale. L’aria è sana, è viva, sembra quasi sia possibile toccarla.

La luna illumina la strada del ritorno.

E’ sempre un groviglio intricato di emozioni scendere dalla Valle di Viù verso Torino.

La cosa bella è che sei sempre sicuro di tornarci.

Polpresa.

Polpresa è il primo bacio, il verde e il ribes. E’ il nonno di un amico che ogni sera mi chiamava dal balcone per una partita di carte. E’ la prima relazione sessuale. E’ la Russia, la Lituania e la Bulgaria. Soprattutto la Bulgaria, ma anche la Russia. E’ mio fratello e la bicicletta. Scarponi e castagne. La piazza e la fontana. E’ il primo amore. Sono gli amici, i momenti, tantissimi. E’ la densa leggerezza della bagna cauda e del risotto alla toma. Capodanno e il giorno dopo. Le candele e i gamberetti. I cuscini e il camino. Il fuoco dell’energia umana e il fuoco che distrugge. E’ il fumo, è la ricostruzione. E’ il dramma. Il cimitero e la vita. Mia madre, la madre terra. Sono i Fuda e le Fuda della alta. In particolare tu. Il bottiglione e il cane marrone. Il campanile e il ballo. Il valico e le stelle, il buio e i buoi. Zii, nonni e serpenti. Il costume tipico e vai di curenta, tra valligiani e villeggianti. Il fucile, il cinghiale. Sono le palle di neve, la musica dei babbi natale. Babbo come papà. E’ l’ansia e la gioia, più pura. E’ soprattutto aria. E’ casa. Respiro.

 

 

Articolo riproducibile citando la fonte con link al testo originale pubblicato su Italia che Cambia

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Interessato a chi sta ai margini, da sempre. Attraverso fotografie, parole e video cerco di raccontare il cambiamento: chi ce la fa, chi ha coraggio e porta avanti con decisione le proprie scelte.

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