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T.I.I. Si dice all’estero. This is Italy…

Nell’ultimo mese ho raccontato le mie esperienze negative come imprenditore sociale in Italia, che mi hanno portato a gridare “Ci Avete rotto il…. Paese” e che fanno venire voglia di scappare. Ho scelto di condividere quelle più eclatanti, ma ce ne sono tante altre, che toccano tutti i punti nevralgici del nostro sistema. Eccone alcune…

INPS
A Monestevole abbiamo 10 dipendenti, assunti in agricoltura. Per una realtà come Umbertide siamo una media impresa! Una comunità eco-sostenibile non a scopo di lucro che assume 10 persone sul territorio dovrebbe essere un esempio virtuoso per il paese, giusto? Non in Italia.

A Monestevole abbiamo una cucina aperta, tutti gli ospiti sono i benvenuti a sporcarsi le mani ed imparare ricette tradizionali. Due anni fa cercavamo una nuova cuoca, ne sono venute un paio a fare delle interviste, una di queste ha fatto un giorno di prova come spalla alla prima cuoca, un giorno. Beh quel giorno è arrivata l’INPS. Casualità. Hanno controllato tutti, tutti in regola. Eccetto questa ragazza, che stava facendo un colloquio, però era in cucina, non era in regola ovviamente essendo li per fare un colloquio, e non importa se era pagata o meno. 3000 euro di multa a cui sto facendo ricorso. Poco conta se una persona è li da 4 ore in prova o se lavora abusivamente da 4 anni, la multa è uguale!

Conoscete tutti la storia del agricoltore di Cuneo che stava vendemmiando con i suoi amici e la sua famiglia, è arrivata l’INPS e gli han fatto la multa di 20mila euro per lavoro abusivo, no?

T.I.I. Si dice all’estero. This is Italy…

Per le persone che lavorano a giornata, prima c’erano i voucher, che duravano un mese. In campagna, dove spesso e volentieri ti devi adattare in giornata a seconda del tempo, erano utili. Adesso durano tre giorni. Figuriamoci se ogni tre giorni devo andare a comprare i voucher nuovi in tabaccheria a mezz’ora di distanza, comunicare alla consulente del lavoro chi lavorerà da qui a tre giorni, poi magari piove per tre giorni e scadono, e lo devi fare 10 volte al mese?!? Ma mi lasciate lavorare o volete che anche in campagna si passi tutto il giorno a fare carte?

Infine, c’è il famoso bonus Renzi. Il governo fa pagare alle piccole società agricole dei bonus che dovrebbe pagare lo Stato stesso ai cittadini. Tecnicamente poi ti rimborsano con le tasse, ma se una società, come Tribewanted Monestevole, non è a scopo di lucro,  mi dite come fa a farsi rimborsare?  Siamo diventati anche la banca dello stato, loro decidono (giustamente) di dare un bonus ai lavoratori, e poi però lo fanno pagare alle società agricole che magari non possono permetterselo. Bonus Renzi?  Bonus Bozotti semmai…   L’Italia dovrebbe essere una repubblica basata sul lavoro, non una repubblica basata sulla burocrazia.  Per saperne di più clicca qui

Il rudere che doveva essere finito in 30 giorni

Il rudere che doveva essere finito in 30 giorni

BANDI
Non ho mai creduto molto nel sistema dei bandi. Mi sembra sempre che stai delegando il tuo successo a terzi, e che metti tutti le tue uova nel paniere di un altro. Però per tante persone sono utili, e arrivati a Monestevole, il nostro tecnico ne aveva già un paio in ballo, uno l’ho fatto come giovane agricoltore, primo insediamento. 60mila euro. Son Soldi. Facciamo domanda, giorni e giorni per compilare carte, costi per il tecnico, ecc. Veniamo accettati! Ovviamente però uno prima deve spendere i soldi, poi se tutto va bene te li rendicontano e ti rimborsano. Allora si va dalla banca e ce li si fa prestare?

Così hanno fatto in tanti, e loro malgrado hanno poi avuto brutte esperienze. Per fortuna noi abbiamo aspettato; passano infatti un paio di mesi, ed arriva un’altra lettera “siete stati accettati sì, ma al momento non ci sono i fondi!” da non crederci. Passa ancora qualche mese, un’altra lettera: “ah no scusate, non siete stati più accettati, i soci non hanno la firma scongiunta per le decisioni straordinaria, e il bando beh, ovviamente richiede firme scongiunte dei soci per le decisioni straordinarie…”. Non so neanche cosa voglia dire, ma che tristezza. Immaginatevi se fossimo andati dalla banche e ci avessero prestato i soldi. C’è gente che fallisce per queste banalità burocratiche…

Un altro bando l’ho ereditato direttamente dai vecchi proprietari: 80mila euro di contributi a fondo perduto per mettere a posto un rudere. Meglio ancora! Passa automaticamente a nome di Tribewanted quando diventiamo proprietari di Monestevole, nel 2012. Per tre anni non ne so niente, poi ricevo una lettera: “congratulazioni, la tua domanda è stata accettata, hai 30 giorni di tempo per finire i lavori”. 30 Giorni per finire i lavori per ristrutturare un rudere da zero?!? Ma ci vogliono 60 giorni solo per avere l’ok dal catasto per iniziare i lavori da queste parti! Siamo in zona protetta! Capisci allora che è tutta una presa in giro. I bandi già sanno a chi andranno…

Non ho mai contato sui bandi italiani e ci conto ancora meno ora. Forse quelli europei sono un po’ più seri. Il mio suggerimento a chi pensa di seguire questa direzione è assicurarsi davvero che il gioco valga la candela, prima di trovarsi incatenati dalla burocrazia a causa di qualche bando scellerato. Non mettete tutte le vostra uova in un paniere, soprattutto se quel paniere è statale e mai e poi mai indebitatevi per più di quello che vi potete permettere di perdere.

Filippo parla di Tribewanted Monestevole

Filippo parla di Tribewanted Monestevole

A questo punto, le mie esperienze surreali con lo Stato Italiano finiscono, per ora, qui. Per fortuna in 5 anni ne ho collezionate “solo otto” di storie orribili che hanno dell’incredibile. Non dubito di continuare a collezionarne altre; ma a causa della burocrazia in questo paese sto ripensando al modello di sostenibilità economica di Tribewanted Monestevole. Un’impresa sociale in Italia ha grosse difficoltà a sopravvivere. Stiamo valutando un modello di time-share per trovare altri partner, perché non posso più permettermi di subire le ingiurie del Comune, della Forestale, del Catasto, dell’INPS, dello Stato e della “giustizia” italiana da solo. Ti spremono sia economicamente che emotivamente.

Faccio un appello ai lettori per condividere con noi le loro storie, cosicché il blog “Ci Avete Rotto il… Paese” possa continuare. Non è uno spazio per lamentarsi, ma uno spazio di denuncia alle istituzioni, allo status quo e al sistema. Magari così, riusciremo finalmente a trovare giustizia.

 

 

Articolo riproducibile citando la fonte con link al testo originale pubblicato su Italia che Cambia

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