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La Stalla che diventò un Albergo

unnamedTribewanted Monestevole è una società agricola, gli immobili sono un agriturismo, a catasto sono un d10, dunque non si paga IMU. Nel Marzo 2013 acquistiamo la casa della vicina: una signora peruviana che anche lei gestiva un piccolo agriturismo. Dal notaio, lei conferma che la sua abitazione è un agriturismo, dunque d10 e si fa l’acquisto; la signora se ne torna in Perù e non la si vede più. Nove mesi dopo, a Dicembre 2013, facciamo una scissione  della società agricola Tribewanted Monestevole, i miei soci si prendono la casa della vicina peruviana, acquistata nove mesi prima, come loro casa personale, e al piano basso ci fanno le stalle per i cavalli, e Tribewanted si tiene Monestevole per continuare a sviluppare la nostra comunità eco-sostenibile .

Tutto tace fino al 2016 quando ricevo una richiesta dal comune per 7.200 euro di IMU per i nove mesi che Tribewanted Monestevole è stata proprietaria della casa limitrofe. 7.200 euro per nove mesi sono un botto di soldi, com’è possibile?

Fu che la vicina peruviana ci ha venduto la casa dicendo il falso, aveva infatti chiuso la partita iva qualche mese prima, dunque la casa non era un d10 ma un a2 di tipo residenziale.  Chissà perché però, in questo paese, non si riesce ad aggiornare i catasti in tempo reale e un venditore può dire il falso, la vendita può continuare, e l’acquirente pagare le conseguenze anni dopo.

Dopo un anno infatti, nel marzo 2014, il catasto ha finalmente controllato e notato che la casa non poteva essere un agriturismo d10, ma, invece di farlo tornare una casa residenziale a2, l’hanno trasformata erroneamente in d2, un albergo! Ma come albergo?!? E’ una casa con i cavalli al pian terreno!?! Mi dite come fa una casa a diventare un albergo senza partita iva se già non poteva essere un agriturismo senza partita iva? Misteri catastali….

Per di più il catasto non ha mai comunicato a Tribewanted Monestevole il cambio di accatastamento in quanto non eravamo più proprietari. Se ce lo avessero comunicato avremmo potuto fare ricorso, avevo un anno per farlo… Potevo fare tornare la casa ad agriturismo, visto che già Tribewanted era un agriturismo, o almeno farla tornare a casa residenziale a2, e non albergo! Ma non ce l’hanno comunicato e sono passati altri due anni: il catasto umbro passa il tutto al Comune di Umbertide, che mi sbatte in faccia una richiesta di IMU per 7.200 euro.

“Colpa tua che non hai  fatto ricorso”, mi dicono, sì ma non me l’avete comunicato! Non sapevo neanche che questo problema esistesse! Ormai sono passati troppo anni e il catasto rigetta anche la domanda di cambiare la destinazione da albergo a casa e non mi danno neanche la possibilità di fare un accesso agli atti per cercare di trovare il bandolo della matassa, perché non sono più il proprietario… Cioè io devo pagare una multa e non posso neanche vedere la loro comunicazione iniziale. Ogni dipartimento scarica barile all’altro, il Comune dice che stanno solo facendo quello che gli ha comunicato  il catasto, il catasto dice che non mi stanno chiedendo loro i soldi, devo chiedere al comune… e alla fine chi ci rimette? Il cittadino.

Riassumendo, la proprietaria peruviana dice il falso quando vende l’immobile, è impossibile controllare se sta dicendo il falso perché i dati al catasto non sono aggiornati, il catasto per un anno non si accorge di niente, quando si rende conto sbaglia a registrarlo come albergo e per di più non me lo comunica. Io, quindi, non ne so niente per tre anni, ma dopo tre anni il comune può chiedermi 7.200 euro di IMU su una proprietà che è stata nostra per soli 9 mesi, che abbiamo comprato e venduto come società agricola (dunque esente da IMU) ed ovviamente è troppo tardi per fare ricorso. Devo prendere un avvocato, impugnare la vertenza, spendere soldi, anni di tempo ed energie e intanto gli interessi si accumulano…

Questa, signori, è la banalità del male.

La burocrazia è una brutta bestia perché de-umanizza le persone. Ci lavorano 3.2 milione di persone in Italia, però a causa sua tutto il paese ne è paralizzato e le piccole-medie imprese perseguitate, alla fine se ne vanno. In Italia sei colpevole finché ti dimostri innocente. Ma tanto non ammetteranno mai di avere torto, devono fare cassa, quando vogliono spremere, spremono… e come disse Oscar Wilde, “la burocrazia si espande per soddisfare i bisogni di una burocrazia in espansione”.

Siamo il fanalino di coda europeo per l’imprenditoria, sento i politici dire che bisogna investire sui giovani, ma il sistema è strutturato in modo da farli scappare tutti.

Ormai il mio consiglio agli amici esteri e alle centinaia di ospiti stranieri che passano da Monestevole ogni anno è: sì, vieni a vivere in Italia, ma non compare casa, non aprire un business, non assumere persone, non avere una partita iva! Se rimani sotto il radar, se fai i tuoi soldi all’estero, affittando in Italia, dove si mangia bene, si beve bene, il costo della vita in confronto ad  altri paesi europei è più basso, la gente è simpatica e la bellezza del paese unica, allora vivi come un pascià… ma se tiri fuori la testa dall’acqua te la tagliano… Che tristezza però…

Prendiamo esempio dal Portogallo: fino a qualche anno fa faceva parte dei paesi PIGS, come noi. Adesso vai a Lisbona ed è una città dinamica, all’avanguardia, che attrae imprenditori e turisti da tutto il mondo. Hanno tagliato la burocrazia, hanno incentivato gli investimenti esteri, gli acquisti immobiliari hanno ripreso. Funziona, e ci sono voluti pochi anni.  Perché non lo facciamo anche qui?  Per saperne di più sull’imprenditoria in Italia guarda la nostra Visione2040.

 

Articolo riproducibile citando la fonte con link al testo originale pubblicato su Italia che Cambia

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