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La Forestale

La Forestale dovrebbe essere una delle migliori enti statali no? Lavorano in natura, proteggono l’ambiente, giusto?

Come no.  E’ da cinque anni che siamo a Monestevole: il primo anno, nessun problema. Il secondo anno, sopralluogo della forestale; guardano tutto, non trovano niente. Però mi fanno una multa comunque, non se ne possono andare a mani vuote.  10 euro, perché la concimaia delle stalle non è costruita in cemento. Va be la pago, mi è andata bene….

“No!”, dice il mio avvocato, se la paghi ammetti il torto, e apri la scatola di pandora.  Faccio ricorso allora, le stalle sono un ricovero temporaneo per i tre cavalli, che durante l’anno sono al pascolo, dunque non ho bisogno di una concimaia in cemento.  E per una volta, vinco! E’ stata la mia unica vittoria pirrica in cinque anni di scontri con la burocrazia italiana…

Come molti di voi sapranno, per trent’anni la forestale ha fatto un ripopolamento selvaggio di cinghiali in Toscana e Umbria, cinghiali ungheresi, non autoctoni, molto più aggressivi si dice, e senza predatori, che si sono riprodotti a milioni e sono diventati la piaga di tutti gli agricoltori. Distruggono tutti i campi, soprattutto quelli biologici (sono furbi, i veleni chimici loro non li vogliono), da noi sono cosi spavaldi che distruggono anche il giardino davanti a casa, rigirano addirittura i camminatoi in pietra.  Per noi è diventato praticamente impossibile fare agricoltura biologica al di fuori di serre recintante numerose volte.  Puoi farti rimborsare se vuoi, e sommergerti da carte per anni per riavere due lire.  Volevo fare il contadino, mi ritrovo a fare il passacarte.

A Monestevole poi,  abbiamo una mezza dozzina di maiali, allo stato brado, recintati nel bosco.  Quando una scrofa è in calore, non ce’ recinto o filo elettrico che tiene, i cinghiali distruggono tutto e ingravidano la scrofa.  Va be’ la forestale  ti rimborserà almeno per il danno ai recinti giusto?  Non proprio…  Tre mesi, tre settimane e tre giorni dopo nascono sei bei maialotti, metà cinghiale, metà maiale, nati in cattività dalla nostra scrofa.    Passa qualche mese e stranamente arriva la forestale con un veterinario del asl a fare un controllo casuale.  Hmm…  Per prima cosa,  mi fanno una bella multa perché i nostri maiali hanno tolto un po’ di corteccia da 4 o 5 alberi grattandosi; e per aggiungere al danno la beffa,  mi schiaffano in faccia una multa di centinaia di euro per ogni maialino perché secondo loro ho dei cinghiali in cattività!

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I maialini vengono sequestrati, ma li devo tenere io.  Cioè i miei maialini e la scrofa, sono  sequestrati dallo Stato ma io devo pagare per dar loro da mangiare e curarli… Che spettacolo!  La scrofa che non è neanche incrociata,  addirittura è sequestrata solo perché è scura! Sua sorella è chiara e non viene  sequestrata, ma allora siete razzisti? 🙂 Mi dicono anche che gli animali verranno abbattuti e poi io potrò ricomprare la carne da loro… Mi sequestrano i maiali, devo continuare a pagare i costi io per mantenerli e poi me li abbattono e mi rivendono la mia carne!  E’ un business model geniale.

Sono livido, comincio a citare la costituzione, l’articolo 28 sull’abuso di potere dei funzionari pubblici, ecc.  tanto sto a fare la battaglia contro i mulini a vento. Faccio ricorso, richiedo un test del DNA…   figuratevi se spendono soldi per dimostrare che hanno ragione.  Tanto se dicono che una scrofa è un cinghiale, è un cinghiale. Se dicono che un mulo è una pecora, è una pecora.    Con l’avvocato andiamo in regione, facciamo ricorso, portiamo le foto della scrofa!  Cinque persone seduti intorno ad un tavolo agli uffici della regione di Perugia a perdere ore a guardare la foto di un maiale, e i loro stipendi sono pagati da noi! con le nostre tasse! Un secondo veterinario della regione viene a fare un secondo controllo, conferma che la scrofa è magicamente un cinghiale.   Per farmi contento mi abbassano la multa. Tanto finisce sempre cosi,  o butti via tempo e soldi per i costi legali per principio, o patteggi e paghi anche se hai ragione.

Com’è andata finire?  Gli alberi:  Non importa se con Tribewanted Monestevole ne abbiamo piantati  migliaia in cinque anni (i nostri ospiti calcolano la loro impronta ecologica quando arrivano e piantano alberi per compensare le loro emissioni di co2),  Quante ne avranno piantati quelli della forestale di Umbertide negli ultimi cinque anni? Non accettano il ricorso e devo pagare la multa perché i miei maiali hanno tolto la corteccia a qualche albero.  Non abbiamo un allevamento industriale di maiali, abbiamo mezza dozzina di maiali allo stato brado sul nostro bosco, come dovrebbero vivere?  Dove li dovrei tenere per non ricevere multe? Dentro una stalla di cemento dove non possono neanche muoversi?  I milioni di cinghiali che hanno artificialmente ripopolato la regione possono distruggere tutto quello che vogliono, causare decine di milioni di euro di danni all’agricoltura e migliaia di incidenti all’anno. Ma i miei sei maiali sono multati perché si grattano sugli alberi!

E i mezzi-cinghialotti? Ho pagato la multa ridotta.  Anche per la scrofa che non era incrociata.  Sono ancora sequestrati. Però quest’inverno sono scappati… causa altro buco fatto dai cinghiali… che hanno ingravidato un’altra scrofa, che partorirà altre 12 multe , e il ciclo vizioso continua….

Ci sono anche delle belle realtà in Umbria.  Ogni ettaro di bosco per esempio, può essere tagliato una volta ogni vent’anni, lasciando abbastanza alberi per la ricrescita della foresta.  Grazie a ciò il taglio di legna in Umbria è gestito in modo sostenibile e i boschi si stanno espandendo.  Queste pratiche andrebbero adottate in tutte le regioni d’Italia e migliorate.  Purtroppo tutti gli alberi più grossi sono tagliati per primi, perché  producono più biomassa.  Sono però gli alberi che contengono più co2, e sarebbe meglio proteggerli e lentamente tornare ad avere querce secolari come una volta, invece che trovarci solo con alberelli di appena 20 anni.

Articolo riproducibile citando la fonte con link al testo originale pubblicato su Italia che Cambia

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